Lucus Feroniae

La colonia di Giulio Cesare

Feronia

Villa dei Volusii Saturnini

È l’antichissima città sabina consacrata alla ninfa Feronia e divenuta in seguito municipio romano con il suo centro monumentale. Il bosco sacro alla dea, il foro con i templi, le ville private ed il piccolo anfiteatro ne fanno un’area archeologica tra le più interessanti nei dintorni di Roma.

Lucus Feroniae è un sito archeologico situato nel comune di Capena, sull’antica via Tiberina, un luogo dove confluivano tre differenti gruppi etnici antichi: Latini, Sabini ed Etruschi. Divenne colonia romana al tempo di Caio Giulio Cesare. Era un antico lucus dedicato alla dea sabina Feronia e il suo santuario era frequentato sia dai Latini sia dai Sabini anche al tempo di Tullo Ostilio. Esso fu saccheggiato da Annibale nel 211 a.C. In età imperiale divenne una comunità indipendente con lo status di colonia in cui si insediarono veterani di Ottaviano (Colonia Iulia Felix Lucus Feroniae). Nel museo annesso, si possono ammirare delle statue provenienti dallo scavo della sala del culto imperiale annessa alla Basilica del Foro. Alcune statue erano dotate di mani e teste intercambiabili, in funzione dell’imperatore regnante. Gli scavi comprendono il Foro romano rettangolare sul quale si affacciano una Basilica, un tempio di epoca repubblicana, un altro tempio di un dio non ben identificato e un viale pergolato pedonale sul quale si affacciano delle tabernae, negozi o botteghe in alcune delle quali, sul pavimento, sono visibili dei mosaici mentre all’ingresso di altre, una sorta d’ideogramma che faceva capire l’attività del commerciante svolta all’interno; una sorta d’insegna pubblicitaria moderna. Al centro del Foro pare che ci fosse una statua dell’imperatore.

Negli scavi vi sono anche un anfiteatro con capienza di circa 5000 persone[delle terme con annessi frigidarium, tepidarium, calidarium, un’area sacra, una schola e la Villa dei Volusii, un complesso residenziale con cisterna a quattro navate e ritratto marmoreo di Menandro.

 

 


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