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  1. Testaccio/2.

    Sulle tracce di Ida e Useppe

    I luoghi della "Storia" di Elsa Morante

    Elsa Morante

    Elsa Morante

    «Solo chi ama conosce». La frase di Elsa Morante campeggia da tempo sul muro dell’asilo nido comunale “La Casa dei bambini” di via Amerigo Vespucci 41, a Testaccio. Qui, all’inizio del ‘900, oltre all’asilo c’erano il deposito delle biciclette, la stanza del bucato e il deposito dell’immondizia di un grande palazzo. E proprio in quest’angolo, l’immensa scrittrice romana – capace come pochi di raccontare l’infanzia – autrice de La StoriaL’Isola di Arturo e Il mondo salvato dai ragazzini ha giocato, s’è riparata sotto la palma che ormai è arrivata fino al quinto piano di quel palazzone «unica sua flora… alto e scolorato palmizio». Dalla finestra del suo appartamento, alla scala IV, ha visto crescere un giovane alloro e un grande albero ombroso, spalancando sul mondo il suo sguardo di bambina. È in questo palazzone popolare che Elsa Morante ha vissuto i primi dieci anni della sua vita, essendo venuta al mondo poco lontano da lì, il 18 agosto del 1912, in via Anicia  a Trastevere. Proprio a pochi metri da via Amerigo Vespucci vagabondavano Useppe e la sua compagna Bella «in libera uscita nel quartiere Testaccio e dintorni», tra via Bodoni, via Marmorata, il Lungotevere e il ponte Sublicio. In queste strade sono ambientate le scorribande del bambino e della sua grande e maestosa “cana” bianca nella primavera-estate del 1947 narrate ne La Storia. «Col presente libro» scrive la Morante «io, nata in un punto di orrore definitivo (ossia nel nostro Secolo Ventesimo), ho voluto lasciare testimonianza documentata della mia esperienza diretta, la Seconda Guerra Mondiale, esponendola come un campione estremo e sanguinoso dell’intero corpo storico millenario. Eccovi dunque la Storia, così come è fatta e come noi stessi abbiamo contribuito a farla». Al centro, temporale e psicologico, della Storia c’è lo spartiacque del bombardamento di San Lorenzo del 19 luglio del 1943 che trasformò completamente il volto della città trasformando in “sfollati” moltissimi dei suoi abitanti.

    La Scuola dei Bambini - Via Vespucci 41 - Roma

    La Scuola dei Bambini in Via Vespucci 41 – Roma

    È anche la sorte di Ida, la mamma di Useppe che, dopo un breve passaggio per Pietralata, arriverà con figlio e “cana” al Testaccio: un luogo che a lei appare come abitato da uomini cattivi e violenti, che lavoravano al mattatoio tra il sangue e le viscere degli animali e passavano il resto del tempo all’osteria. Scorrendo le righe de La Storia e utilizzandole come una sorta di guida del quartiere, oggi si scopre una realtà molto diversa, dove una buona politica e esperienze sociali differenti ma non contrapposte hanno dato vita a forme di vita solidali, anche grazie alla partecipazione attiva dei Testaccini.

    L’itinerario che proponiamo parte da un luogo non canonico: Piazza di Porta Portese infatti fa “tecnicamente” parte di Trastevere, ma in realtà è una sorta di terra di mezzo.

    La casa di Ida ed Useppe - Via Bodoni 82

    La casa di Ida ed Useppe – Via Bodoni 82

    Da lì, attraversando quel ponte Sublicio su cui la Morante fa correre felice Useppe, la sua balia canina Bella e il suo amico Davide, si potrà godere la vista della porta elegante del Testaccio che introduce alla zona residenziale, nata per ospitare le famiglie borghesi a debita distanza  da quelle operaie che occupavano invece i fabbricati a blocco chiuso, dall’aria malsana e dalla scarsa luce, che furono costruiti nella parte più centrale del quartiere, estendendosi fino al Mattatoio. Raggiungeremo poi  Piazza Testaccio, di recente riportata alla sua fisionomia iniziale, dove fa bella mostra di sé la Fontana delle Anfore.

    Roma,  6 maggio 2017

  2. Passeggiate

    Il Gianicolo al femminile

    Le donne che fecero l'impresa

    Immortalato in innumerevoli spot pubblicitari e film – si pensi solo al premio Oscar La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino – il Gianicolo, nella visita che proponiamo, svelerà un volto inusuale e poco conosciuto: quello delle “sue” donne. Donne reali o mitiche, di una Roma antica o più recente, ma che in alcuni casi possiamo avvertire come contemporanee.gianicolo

    Non solo la celeberrima Anita Garibaldi, ma molte altre figure femminili forse meno note ma cruciali, che fecero l’impresa non di vincere una guerra, ma di riuscire ad autodeterminarsi, a “mantenere il punto”, nonostante le circostanze avverse. Donne vere o immaginate, dunque, ma tutte mosse da una gran voglia di affermare se stesse, di essere presenti al mondo con le loro capacità e con i propri sogni.
    Come Beatrice Cenci, per esempio, che l’11 settembre 1599 era andata incontro ad un atroce supplizio per aver fatto uccidere il padre Francesco che aveva abusato di lei. Le sue spoglie mortali furono conservate a lungo nella chiesa di San Pietro in Montorio. Durante l’occupazione di Roma da parte dei francesi, nel 1789, la tomba fu profanata e i suoi poveri resti dispersi.

    Lasciata la sventurata Beatrice, non si potrà non sostare davanti al monumento bronzeo dedicato alla brasiliana Anita, la donna più famosa del Risorgimento italiano, qui immortalata mentre cavalca con figlio in braccio e pistola sguainata. O ancora ricordare che il Gianicolo fu teatro, nel 1849, della difesa della Repubblica Romana contro i francesi chiamati dal papa.

    Questa placida e meravigliosa collina che sovrasta Trastevere fu espugnata dopo durissimi scontri che provocarono centinaia di morti. Come Colomba Antonietti che per poter combattere s’era finta maschio tagliandosi i capelli. Morì a 22 anni. A ricordarla c’è il suo busto che si confonde tra tutti gli altri dedicati ai patrioti. Proseguendo, si raggiungerà quel che rimane del Palazzo del Vascello, pesantemente danneggiato a seguito dei combattimenti avvenuti durante l’assedio di Roma del 1849.

    Colomba Antonietti - Passeggiata del Gianicolo

    Colomba Antonietti – Passeggiata del Gianicolo

    Nei dintorni si “incontreranno” altre due figure femminili non comuni: la terribile Pimpaccia, al secolo Donna Olimpia Maidalchini, maritata con un Doria Pamphilj e imparentata con papa Innocenzo X, una delle donne più avide della storia della Roma del XVII secolo. E la giornalista americana Margaret Fuller che seguì “in diretta” tutte le battaglie della Repubblica Romana.

  3. Da riscoprire

    Trastevere tra storia e leggenda

    Dall'Isola Tiberina a Piazza Trilussa

    Dopo la visita alle chiese, celeberrime, di Santa Maria in Trastevere, San Crisogono, Santa Cecilia e San Francesco a Ripa, proponiamo, stavolta, un secondo itinerario trasteverino. Meno conosciuto, ma altrettanto affascinante e carico di storie, leggende e personaggi illustri. Ricco di scorci di grande bellezza di epoca medievale e rinascimentale rimasti sostanzialmente inalterati nonostante lo scorrere dei secoli e l’incessante via vai di grandi folle di turisti di ogni parte del mondo.
    Il tour partirà da San Bartolomeo all’Isola Tiberina, chiesa di tesori, reliquie e tracce di quella che fu la Repubblica Romana. continua…