Case d’artista: Wolfgang Goethe e Hendrik Christian Andersen

Nato a Francoforte sul Meno, Johann Wolfgang von Goethe, 1749 – 1832, fu avviato dal padre, uomo di legge, consigliere imperiale ed erudito collezionista, agli studi

Goethe nella campagna romana – J. H. W. Tischbein.

letterari, artistici e scientifici. In giovane età seguì a Lipsia corsi di letteratura, giurisprudenza e tecniche grafiche, sposando sin dal principio i dettami del Classicismo Winckelmanniano, allora di gran voga. La conoscenza di Wagner a Strasburgo lo portò negli anni Settanta del Settecento a indirizzare i propri interessi verso la concezione “anticonvenzionale” dell’estetica maturata dal movimento culturale dello “Sturm und Drang”. Nello stesso decennio avviò importanti collaborazioni con riviste letterarie, e iniziò a stendere di proprio pugno alcuni tra i numerosi brani della sua illuminata carriera, pregna dei modelli popolari, omerici e shakespeariani da lui tanto amati. (1). Dal 1775, a Weimar, ricoprì la carica di Consigliere Segreto di legazione presso la corte del duca Carl August, divenendo quindi membro di diverse commissioni speciali, per le miniere, per le costruzioni statali, per la guerra, come pure del consiglio di amministrazione dell’erario. (2).
Gravato dalle responsabilità politiche e da tormentati rapporti personali, primo fra tutti quello con la duchessa Charlotte von Stein, sua amica, sul finire del 1786 il poeta partì per il Bel Paese, direzione Roma, fingendosi commerciante e adottando lo pseudonimo di Jean Philippe Möller. (3). Nel nono decennio del Settecento, l’Urbe era divenuta meta prediletta di una fitta schiera di viaggiatori tedeschi, spinti, come altri d’ogni angolo d’Europa, dal desiderio di compiere il “grand tour”, un viaggio di formazione tra i tesori artistici italiani che avrebbe garantito loro la massima

Casa di Goethe in Via del Corso.

istruzione possibile. Gli stranieri arrivati a Roma prendevano alloggio nel Campo Marzio, e nel corso dei loro soggiorni s’inoltravano alla scoperta delle meraviglie antiche, medioevali e moderne della città, guidata dallo Stato Pontificio, che era irrimediabilmente vessata da una crisi politico-economica e sociale. (4).
«In verità, negli anni più recenti era diventata una specie di malattia, dalla quale solo la visita e la presenza immediata potevano guarirmi» dice Goethe nei suoi diari di Viaggio il 1 novembre 1786, una volta giunto nella Città Eterna dove risiederà con brevi interruzioni sino al 1788. Qui, alla mano il Volkmann, guida d’Italia, studia le “arti maggiori”, visita siti e monumenti, colleziona calchi di antichi capolavori, disegna e scrive Elegie, Ifigenia, Faust, Tasso, prendendo fissa dimora presso il pittore Johann Heinrich Tischbein in via del Corso 18, dove conosce altri pittori, incisori e critici d’arte suoi compatrioti. (5).
Nel 1833 la casa fu innalzata di un piano e modificata in facciata (6); nel 1973 fu invece riorganizzata negli ambienti interni per iniziativa dell’Associazione degli Istituti Autonomi di Cultura di Francoforte, e trasformata nell’unico museo tedesco all’estero, aperto ufficialmente dal 1997. (7). La mostra permanente è dedicata al soggiorno italiano del poeta e offre stralci della quotidianità romana dell’epoca mediante opere grafiche, disegni, dipinti, sculture, istallazioni e libri, protagonisti anche di esposizioni temporanee. (8). Le otto stanze, in particolare, presentano:

Casa di Goethe in Via del Corso.

una carrellata delle tappe essenziali della vita del poeta, ritratti, composizioni letterarie, documentazione di varia natura; il viaggio sino a Roma passi del diario e relativi schizzi; il Campo Marzio, con disegni di Tischbein che illustrano la dimora dello scrittore; il rapporto con il Meridione, dal quale Goethe rimase affascinato nei soggiorni successivi a quello romano, con opere dei colleghi Hackert e Kniep suoi compagni di viaggio; la teoria goethiana dei colori, nata dall’osservazione dei fenomeni naturali e della componente cromatica nell’arte; il rapporto con l’antichità, trattati, vedute antiquarie, fogli del Piranesi; l’atelier sul Corso, i rapporti con artisti e studiosi; gli esiti poetici e letterari dell’avventura italiana (9).
Attualmente la Casa ospita anche conferenze, letture, concerti e proiezioni di film.
Il Museo intitolato a Hendrik Christian Andersen, 1872-1940, «nasce con l’idea

Andersen nella sua casa di Roma.

dell’artista che progetta e costruisce la “palazzina con annesso studio di scultura”» (10). Norvegese emigrato in America in tenera età, lo Andersen si recò in Europa per apprendere l’arte antica e rinascimentale, insediandosi nell’Urbe dal 1897.
A partire dai primissimi anni del Novecento iniziò a dedicarsi all’«utopico progetto di una Città Mondiale, fatta di monumentali palazzi beaux-arts, fontane allegoriche, stadi sportivi, torri, giardini, viali, musei, conservatori di musica, teatri e cattedrali, sul modello delle esposizioni universali (Londra 1851, Parigi 1855 e Parigi 1900)». (11). Costruito nel triennio 1922 – 1924, nel 1940 l’edificio passò per volontà testamentaria allo Stato italiano, assieme all’intera collezione. Sotto tutela della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma dal 1978, venne restaurato nel 1998 ed aperto al pubblico nel cinquantanovesimo anniversario della morte dell’artista. (12).
Il patrimonio del museo è costituito da oltre seicento dipinti, sculture e manufatti grafici opera di Hendrik e del fratello Andreas, ordinati e allestiti secondo lo schema dello “studio d’artista” (13): al pianterreno sono la sala-studio, laboratorio per la modellazione delle forme scultoree e la galleria di rappresentanza con le “megalomaniche” sculture, in gesso ed altri materiali, concepite per quell’ipotetica Città Mondiale, “centro mondiale di comunicazione”, immaginata tra il 1901 e il 1911 assieme all’architetto Ernest Hébrad. Il primo piano, ex dimora del norvegese, è uno spazio espositivo per le raccolte permanenti di piccolo formato e per le mostre temporanee, generalmente incentrate sulle relazioni artistiche tra il Bel Paese e l’estero a cavallo tra Otto e Novecento. (14).

Museo Hendrik Christian Andersen – Roma.


Bibliografia
1)
U. Horstenkamp, Johann Wolfgang von Goethe-Breve biografia, in “…finalmente in questa Capitale del mondo!”. Goethe a Roma. Catalogo per l’inaugurazione della casa di Goethe a Roma, a cura di K. Scheurmann, U. Bongaerts-Schomer, vol. 2, Roma 1997, pp. 208-219 (in part. pp. 208-209).
2) V. Wahl, Il viaggio di Goethe in Italia come cesura nei suoi impegni ufficiali a Weimar, in Ibidem, vol. 1, pp. 60-71 (in part. p. 61).
3) U. Bongaerts-Schomer, Troppo era maturata in me la sete di vedere questo paese. Il viaggio in Italia di Goethe, in Ibidem, vol. 2, pp. 7-15 (in part. p. 7).
4) H. Claussen, “Nessuna delle località abitate dai popoli primitivi era mal situata come Roma…”. Roma e il “Campo Marzio” alla fine del XVIII secolo, in Ibidem, vol. 1, pp. 106-119; A. Esch, L’esperienza tedesca di Roma tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo: Winckelmann-Goethe-Humboldt, in Ibidem, pp. 72-77.
5) M.F. Apolloni, La casa di Goethe a Roma. La Roma del giovane Werther, in “Art e Dossier”, Firenze 1997, 12, 126, pp. 12-16.
6) T. Venuti, La casa di Goethe (con sei illustrazioni), Roma 1908, pp. 9-10.
7) G. Scarfone, La casa abitata da J. Wolfgang Goethe in Via del Corso, in “L’Urbe”, Roma 1984, 47, pp. 200-203.
8) http://www.casadigoethe.it/mostra-permanente.:“…finalmente in questa Capitale del mondo!”, op. cit., vol. 2, pp. 17, 53, 75, 91, 113, 137, 151, 183.
9) M. Amaturo, La vocazione al contemporaneo del museo Hendrik C. Andersen, in Italia Ora, catalogo della mostra (Roma, Museo Hendrik Christian Andersen, 8 ottobre-13 novembre 2011), a cura di A. Bonito Oliva, Napoli 2011, pp. 29-33 (in part. p. 29).
10) E. Di Majo, La Casa Museo di Hendrik Christian Andersen. Uno scultore americano a Roma, in Gli ateliers degli scultori, “Atti del secondo convegno internazionale sulle gipsoteche” (Possagno, Fondazione Canova, 24-25 ottobre 2008), a cura di M. Guderzo, Possagno 2010, pp. 227-237 (in part. p. 229)
11) http://www.artwave.it: Casa Museo Hendrik Andersen – Un luogo segreto nel cuore di Roma, a cura di V. Caporilli, 1 maggio 2017.
12) E. Di Majo, La Casa Museo di Hendrik Christian Andersen, op. cit., p. 232.
13) http://www.artwave.it, op. cit.

Roma, 28 ottobre 2018


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