Grandi ordini religiosi

Il barocco di San Filippo Neri

Le chiese degli Oratoriani, monumenti d'arte e di devozione

San Girolamo della Carità, San Giovani dei Fiorentini, Santa Maria in Vallicella (anche denominata Chiesa Nuova): nelle tre chiese dislocate tra corso Vittorio Emanuele e piazza Farnese, visse e operò, nella seconda metà del XVI secolo, il fiorentino Filippo Neri, uno dei grandi protagonisti della Controriforma. Il quale, insieme con Ignazio di Loyola, riuscì a infondere nuova linfa al cattolicesimo fiaccato dalla Riforma protestante. Due personalità opposte, Ignazio e Filippo. Per carattere, formazione, spiritualità. Ma entrambi capaci di suscitare movimenti religiosi di tale forza attrattiva da trasformarsi nei più efficienti realizzatori della rinascita cattolica e, conseguentemente, in grado di condizionare l’impianto artistico-iconografico delle “loro” chiese, secondo i nuovi dettami del Concilio di Trento.

Se Ignazio aveva fondato la Compagnia di Gesù attorno ad alcune regole ferree, con un ordinamento di tipo monarchico e aristocratico, Filippo, senza intenzione alcuna, si ritrovò “fondatore” dell’Oratorio, una forma di vita cristiana nata da riunioni spontanee di laici che pregavano e discutevano. Nel 1575 papa Gregorio XIII riconobbe ufficialmente l’Oratorio. Filippo morì nel 1595 e il processo di canonizzazione cominciò due mesi dopo la morte.

cappella-spadaPiccolaLa storia degli Oratoriani inizia dall’antichissima San Girolamo della Carità: eretta su una casa abitata nel 382 da san Girolamo, la chiesa è legata soprattutto al ricordo di Filippo Neri il quale – ospite della Congregazione della Carità – qui fondò l’Oratorio.

La chiesa contiene un’opera straordinaria del Borromini, che seguì anche i suggerimenti padre Virginio Spada, preposto della Congregazione filippina dell’Oratorio: si tratta della Cappella Spada, del 1660, concepita ad imitazione di una tomba etrusca a forma di interno di abitazione, con marmi policromi imitanti un rivestimento di stoffa e due tombe come cassapanche. Di grande bellezza è una balaustra che riproduce un drappo sorretto da due angeli. Di particolare suggestione le stanze disposte su tre piani che contengono i ricordi di san Filippo Neri.

A pochi passi da San Girolamo, incontriamo un’altra “tappa” filippina, San Giovanni dei Fiorentini, voluta da Leone X per dotare di una chiesa nazionale la comunità del giglio rosso acquartierata sulle sponde del Tevere nei primi decenni del XVI secolo. La chiesa fu dedicata a san Giovanni Battista, patrono di Firenze. I fiorentini di Roma, nel 1564, inviarono allora a padre Filippo Neri, al tempo quarantanovenne, un’ambasciata per chiedergli di accettare la carica di rettore della loro chiesa. Dopo molti rifiuti, solo l’intervento diretto di papa Pio IV indusse il sacerdote ad accettare l’incarico.

Si succedettero nella direzione dei lavori della chiesa Jacopo Sansovino, Antonio da Sangallo il Giovane e Michelangelo, che redasse un progetto a pianta centrale poi non eseguito. I lavori furono completati da Giacomo della Porta sul finire del secolo. Per la cupola (il famoso «confetto succhiato») si dovette attendere Carlo Maderno nel 1620. All’interno, il presbiterio di Pietro da Cortona contiene l’altare progettato dal Borromini, così come i due monumenti funebri dei Falconieri. Una lastra tombale sotto la cupola contrassegna il sepolcro del Maderno. Nella stessa tomba si trovano anche i resti di un suo parente illustre, Francesco Borromini.

Da via Giulia a corso Vittorio Emanuele, la terza tappa della vista sulle tracce di Filippo Neri è Santa Maria in Vallicella o Chiesa Nuova, insieme con l’Oratorio filippino del Borromini.Piazza chiesa Nuova Roma

La denominazione di “Chiesa nuova” che da sempre accompagna Santa Maria in Vallicella ricorda la preesistenza fin dal XII secolo di un vecchio edificio intitolato a san Giovanni; l’appellativo ufficiale potrebbe ricordare un avvallamento consacrato agli dei degli inferi, a causa delle fiamme che, in un remoto passato, ne sarebbero scaturite. Poco distante, a richiamare l’esistenza di tale avvallamento, si erge Sant’Andrea della Valle.

La Chiesa Nuova venne edificata a partire dal 1575, per impulso di Filippo Neri, con l’aiuto di Gregorio XIII Boncompagni, ammirato dall’ardore di apostolato di uno dei protagonisti della Controriforma a Roma. Proprio in quegli anni Filippo stava offrendo un aiuto decisivo per l’accoglienza dei pellegrini accorsi in gran numero per il giubileo.

L’interno, maestoso, fu progettato da Martino Longhi il Vecchio. L’aspetto e la pianta dell’aula sono tipicamente corrispondenti agli ideali della Controriforma, con un grande corpo centrale affiancato da cappelle intercomunicanti, e un ampio transetto sormontato da cupola. La decorazione pittorica è di Pietro da Cortona, cui si debbono il grande affresco della volta raffigurante la Visione di S. Filippo durante la costruzione della chiesa. L’abside conserva una forte testimonianza del terzo soggiorno romano di Pieter Paul Rubens (1606-1608): sull’altar maggiore è collocata una Gloria di angeli di sua mano, avvolgente un’immagine della Madonna. Così pure, sui due lati del presbiterio, si trovano altre due opere di Rubens, raffiguranti i Santi. Domitilla, Nereo e Achilleo a sinistra e, a destra, i Santi Gregorio, Mauro e Papia.

A sinistra del presbiterio, nella Cappella di San Filippo Neri, riposano le spoglie mortali del santo custodite in un’urna.

Accanto alla chiesa, l’Oratorio filippino di Francesco Borromini. Con la leggera concavità delle ali, l’edificio vuole raffigurare la cordialità dell’abbraccio filippino, coordinandosi alla vicina facciata della Chiesa Nuova di Fausto Rughesi, alla quale il Borromini volle rimanere subordinato con la minore altezza e con l’uso di materiali meno nobili. Architetto di fiducia degli Oratoriani, il grande artista era legato soprattutto a quel padre Virginio Spada che già aveva collaborato con lui nella realizzazione della meravigliosa cappella di San Girolamo della Carità.

La facciata dell’Oratorio è tipica delle «invenzioni» borrominiane e contiene motivi, come la concavità-convessità della loggia sovrastante il portale, che furono largamente ripresi negli sviluppi dell’architettura del genio del barocco romano.

DSC_0123l

Fai “click” sull’immagine per aprire la galleria immagini dedicate a San Filippo Neri e gli Oratoriani.

 


Nessun commento

No comments yet.

RSS feed for comments on this post. TrackBack URL

Sorry, the comment form is closed at this time.