Incontri

Il museo chiude quando l’artista è stanco

di Ornella Massa

Durante la bellissima visita all’Ara Pacis, guidata da Simone Foresta alla scoperta dei suoi luoghi, dei suoi colori e dei suoi significati, c’è stato l’emozionante incontro con Fausto Delle Chiaie. Ornella Massa in questo scritto cerca di riassumere le emozioni e le stimolazioni che dall’incontro con Fausto Delle Chiaie sono emerse.

Appare come una contraddizione di termini o almeno una stranezza, questa affermazione.

Torno subito - Fausto Delle Chiaie

Torno subito – Fausto Delle Chiaie

Quando mai siamo abituati ad un museo il cui orario di apertura dipende dalla stanchezza dell’artista?
Il museo è luogo istituzionale ed istituzionalizzato, aperture, chiusure, scioperi, mostre, opere in prestito, in restauro, mai esposte. Ma qui è tutto diverso.
Il museo è all’aperto, le opere esposte sono oggetti della quotidianità più quotidiana e dipinti, possono cambiare ogni giorno o di tanto intanto e poi a ben guardare, a saperlo cercare, c’è pure l’artista.
E questa è l’altra grande stranezza di questo museo. Nei musei in effetti si incontrano tanti artisti. Ne incontriamo l’animo, i sentimenti, i pensieri, attraverso la scelta dei soggetti, l’uso dei colori, il rosso di Tiziano, il blu di Mirò o di Van Gogh, oppure la maniera di appoggiare il pennello sulla tavola o sulla tela. Dobbiamo interpretare, scavare, lasciarci coinvolgere, il punto di vista, la prospettiva, ma mai ci è capitato di incontrare l’artista che ci guida al suo museo.


Ma qui, nel piccolo museo all’aperto di Fausto Delle Chiaie vicino all’Ara Pacis, è tutto diverso. Il museo è lì da circa 25 anni, le opere, che sono in realtà delle offerte al Divino Augusto, sono

Le offerte al Divno Augusto - Fausto Delle Chiaie

Le offerte al Divino Augusto – Fausto Delle Chiaie

esposte appoggiate ai New Jersey che delimitano proprio il cantiere che avvolge la tomba del Divino Augusto, che nel corso del tempo ne ha viste e subite di ogni diventando persino sala da concerti ed anfiteatro.
Ma cosa è esposto in questo museo?
Piccoli oggetti, che consumati dall’uso quotidiano e poi abbandonati in strada, tornano a nuova vita acquisendo nuovo senso e dimensione artistica. Una cicca di sigaretta, una catena di bicicletta, la gamba di una bambola, un guanto liso dall’uso e dal tempo, un groviglio di auricolari colorati.
Sostanzialmente spazzatura che accompagnata da una buona dose di intelligenza e da quanto basta di ironia dimostra di poter essere altro ai nostri occhi.
Ma a guardare bene tra questi oggetti che sono anche offerte, e quindi oggetti sacrificali, c’è anche dell’altro. Su tavole di legno come antiche icone, i nuovi numi tutelari dell’arte contemporanea o più in generale del nostro tempo: il Picasso a metà prezzo, il Modigliani di profilo, il Venduto (trenta denari), l’oro italiano nella sciabola conquistato a luglio 2015, il Moulin Rouge.
Chi passa frettoloso da qui nemmeno si accorge di quello che si trova lungo la strada. Gettando lo sguardo distratto probabilmente vedrà solo della spazzatura e ne resterà anche infastidito.
Chi passerà con appena un po’ di tempo scoprirà che ogni oggetto è corredato da una targhetta bilingue, italiano/inglese come in ogni buon museo s’ha da fare, a volte anche con traduzione in altre lingue.
Letta la prima targhetta non ci si può sottrarre al fascino dell’ironia discreta e si torna indietro a leggere la prima e si seguita fino alla fine. Leggere con cura, gustarsi l’ironia come un buon gelato alla cioccolata, farsi colpire dalle mille schegge che si conficcano sotto la pelle e nel cervello, e a cui poi si ritorna di tanto in tanto con la memoria, è uno degli obbiettivi più riusciti e duraturi di questo museo.

Non buttateli nel cassonetto - Fausto Delle Chiaie

Non buttateli nel cassonetto – Fausto Delle Chiaie

Così si scopre che quella gamba di bambolotto accompagnata dal suo bravo titolo “Non buttateli nel cassonetto” si riferisce a ben altro, e quella gamba di plastica ci si conficca nel cuore e nel cervello come probabilmente nessuna notizia di cronaca a questo riguardo fa più.
E la cicca con il suo titolo “Torno subito”? E il vecchio guanto “Meglio di niente”?
E poi c’è Roma una città complessa, sempre più bistrattata soprattutto da chi vende una cultura mordi e fuggi che fa grandi numeri e piccoli contenuti. Tra le opere ROMA “Dire o scrivere che Roma è un museo all’aperto è troppo facile…. bisogna di – mostrarlo anche nei suoi piccoli dettagli”; la cartina appallottolata di Roma “Duemila anni dopo”; il groviglio di auricolari è una distratta guida turistica che guarda solo avanti e mai in dietro e non si accorge che un turista è rimasto staccato dal gruppo, forse avendo davvero sentito il bisogno di soffermarsi per un attimo in più su quel qualcosa. E quell’attimo gli è risultato fatale. Ha perso la sua guida, ma forse ci ha guadagnato in cultura e bellezza.
E allora quasi istintivamente si cerca l’autore. Qualcuno che curi quel posto in maniera così nobile ci deve pure essere e a ben vedere lo si riesce pure a trovare. Seduto tra le sue opere o in piedi sotto le Res Gestae un uomo minuto, vestito dimesso ma in blu elegante, una barba bianca corta e ben curata, occhiali, sguardo vispo e sornione, ecco Fausto Delle Chiaie.

Fausto Delle Chiaie

Fausto Delle Chiaie

Non solo lo sguardo e vispo e sornione, ma anche l’acuta intelligenza che maschera sotto un’apparente semplicità, da cui si capisce subito che i riferimenti sono potenti e solidi, tanta cultura classica conosciuta nei minimi dettagli gli consentono di liberarsene per apparire al limite della banalità e della stupidità. Ma è solo apparenza.
Fausto Delle Chiaie è lì e non si sottrae all’incontro, anzi è ben felice di parlare di se, del suo ruolo di custode dei luoghi (ecco perché le offerte al Divino Augusto) come lui stesso si definisce, ma soprattutto è ben felice di guidare all’interno del suo museo. Con lentezza, con la calma necessaria con la disponibilità a parlare e ad ascoltare, con pochi e semplici gesti fa capire che la cultura, l’arte e la storia sono cose che richiedono un’assimilazione lenta, non ci deve essere fretta per conoscere ed apprezzare, per scoprire. Bisogna prendersi il proprio tempo. Magari sedersi sul New Jersey ed entrare a far parte delle opere, diventare un’opera del museo perché tutti siamo un’opera d’arte.
Lui stesso lo è, ed ha infatti dentro il museo anche il suo atelier. Oppure tutti possiamo entrare a far parte della storia e allora eccolo di fronte, tra le parole scolpite nel marmo delle Res Gestae del divino Augusto.

Fausto Delle Chiaie e le Res Gestae

Fausto Delle Chiaie e le Res Gestae

Si presenta Fausto Delle Chiaie, unico caso, forse al mondo, di “custode, curatore, trasportatore, allestitore, fotografo, pubblicitario, direttore ed opera stessa” di un museo.
Si presenta e con voce pacata lentamente ti trascina nel suo mondo di arte e di bellezza, di ironia e di critica feroce al sistema, senza mai dire una parola fuori dalla misura.
Parlare con lui, attraversando le sale del museo, sedendo con lui nella sala d’attesa accanto all’atelier, fa comprendere quanto fatue e vuote siano alcune eclatanti mostre fatte solo per far girar denaro ed opere, quanto inutili siano le fantomatiche “domeniche gratuite” perché fanno cultura, e tante iniziative piene solo di parole ma assolutamente povere di contenuti.

Guida turistica - Fausto Delle Chiaie

Guida turistica – Fausto Delle Chiaie – Altre foto qui


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