La rampa imperiale di Domiziano e la fonte Giuturna

Sono state di recente aperte al pubblico nuove aree all’interno dell’area archeologica dei Fori, che comprendono la Rampa Imperiale di Domiziano e il Lacus Iuturnae, la fonte Giuturna.

La rampa imperiale di Domiziano

La rampa imperiale di Domiziano

La Rampa Imperiale di Domiziano è di fatto l’ingresso monumentale ai palazzi imperiali, edificata nella seconda metà del I secolo dopo Cristo, la rampa collegava il Foro, cuore politico e amministrativo della città, con il centro del potere, ovvero il Palazzo Imperiale. Il valore simbolico di questo imponente ingresso, una vera ascesa alla residenza dell’imperatore, resta tutt’oggi evidente a chiunque ne varchi la soglia.
La Rampa si snodava lungo sette salite (tratti salienti) e sei tornanti, che si innalzavano fino a 35 metri (pari a oltre 10 piani): delle sette salite originali ne sono rimaste quattro, ora accessibili al pubblico con un percorso che termina con un affaccio inedito sul Foro romano.
La fonte di Giuturna o Lacus Iuturnae è invece una sorgente collocata nel Foro Romano tra la Casa delle Vestali e il tempio dei Castori.

Sacro recinto della fonte di Giuturna (Foto archivio Scala Group)

Sacro recinto della fonte di Giuturna (Foto archivio Scala Group)

La fonte era tra le più antiche ed importanti della città di Roma e sorgeva alle pendici del Palatino. Venne dedicata a Giuturna, una ninfa sorella del re Turno, e la fontana che decorava la sorgente venne collocata in situ durante l’epoca repubblicana, tra la fine del II secolo prima di Cristo e l’inizo del I secolo.
Si tramanda che Giuturna venne amata da Giove che la trasformò in una fonte di eterna giovinezza, dove Giunone si bagnava riacquistando la sua giovane freschezza. In onore della ninfa a Roma e nel Lazio, si celebrava la festa Iuturnaria, per scongiurare la siccità.
Oggi la fonte è un complesso monumentale ben conservato che comprende diversi elementi: la vasca dove sgorga ancora l’acqua; il pozzo; l’edicola sacra e alcuni ambienti posti intorno alla sorgente.
La fonte era tra i numerosi santuari dedicati alle divinità acquatiche dove si recavano gli ammalati per cercare beneficio nelle acque considerate medicamentose.
La vicinanza della fonte al tempio dei Castori, ovvero i Dioscuri, indicati come Castori in epoca romana, sottolinea il legame che nella tradizione esisterebbe tra i mitici gemelli e la fonte.
La leggenda narra infatti che, nel corso della battaglia presso il lago Regillo svoltasi nel 499 avanti Cristo, che oppose i Romani ai Latini, alleati di Tarquinio il Superbo nel tentativo di riconquistare Roma, apparvero due misteriosi condottieri che guidarono Roma alla vittoria.
Subito dopo i due cavalieri furono visti abbeverare i cavalli alla Fonte di Giuturna ed annunciare la vittoria alla città, per poi scomparire.

Fonte du Giuturna

Fonte di Giuturna

Il popolo identificò i Dioscuri con i due cavalieri.
Alla fine del I secolo dopo Cristo Frontino scrive un trattato sugli acquedotti dove indica la Fonte di Giuturna, Lacus Iuturnae, come una delle fonti dove già in età arcaica le genti si recavano per ottenere l’acqua.
Lo scavo effettuato nel 1900 ha indicato che già in epoca repubblicana la fonte era stata monumentalizzata, ma sono stati ritrovati resti di una sistemazione della fonte che possono essere fatti risalire alla censura di Emilio Paolo, 164 avanti Cristo.
Completavano la fonte, oltre le statue dei due Dioscuri, molte altre statue ed elementi architettonici.
Tra le prime una statua di Esculapio ed una di Apollo. Tra i secondi una serie di ambienti con funzione di tabernae e un ambiente, probabilmente di età traianea, trasformato successivamente con l’aggiunta di un’abside, detto dei “Quaranta Martiri”. I quaranta martiri a cui si fa riferimento sono quaranta soldati cristiani martirizzai in Armenia durante le persecuzioni di Diocleziano. Detto martirio è rappresentato in un affresco presente nel locale databile probabilmente all’VIII secolo dopo Cristo.


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