La tomba di Pietro, la necropoli e la Basilica

La visita alla necropoli vaticana e alla tomba di San Pietro è tutt’oggi uno dei pellegrinaggi più importanti del mondo.

Il "muro g"

Il “muro g”

La tomba dell’apostolo e copatrono di Roma si trova esattamente sotto l’altare maggiore della basilica ed è fulcro spirituale e storico dell’intera chiesa. Il sepolcro e l’area cimiteriale circostante vennero rinvenute sotto il livello delle Grotte Vaticane durante lo scavo eseguito negli anni quaranta voluto da Pio XII Pacelli.
Oggi la Nicchia dei Palli, ovvero la confessione, l’altare clementino soprastante, la Cattedra e il Baldacchino del Bernini fanno della zona presbiteriale e costituiscono la parte più scenografica e monumentale della chiesa ma un tempo, durante il I secolo d.C., proprio sotto la cripta si trovava la tomba terragna di un povero pescatore della Galilea crocifisso durante le prime persecuzioni di Nerone.
Tra il 64 e il 66 d.C. infatti, al posto della Basilica, vi era una zona di aperta campagna chiamata Vaticanus che la cinta muraria eretta da Aureliano a protezione di Roma lasciò fuori come zona extra urbana. Il Vaticanus era attraversato da tre vie consolari Aurelia, Trionfale, Cornelia e costituito dal colle Vaticano alle cui pendici Gaio Caligola fece costruire un ippodromo nel cui centro era l’obelisco egizio, in seguito spostato da papa Sisto V nella piazza della chiesa. L’ippodromo di Gaio Caligola fu poi chiamato circo di Nerone poiché divenne, proprio sotto quest’ultimo, teatro del massacro dei primi cristiani di Roma. Tra questi, anzi a capo della prima piccola comunità cristiana locale, vi era Pietro, crocefisso a testa in giù nel circo e poi sepolto in un’umilissima tomba ricavata sul pendio del colle adiacente al circo.

La Crocifissione di san Pietro - Caravaggio

La Crocifissione di san Pietro – Caravaggio

La zona, essendo oltre le mura della città ma ben collegata ad essa, era un luogo adatto alle sepolture che sempre fiancheggiavano le vie consolari. Caso volle che, un cinquantennio dopo la morte di San Pietro, ricche famiglie pagane costruissero le proprie tombe di famiglia proprio nei pressi della sepoltura dell’apostolo sulla quale, tra il 150 e il 160 d.C., venne eretto un piccolo monumento denominato “Trofeo di Gaio” di cui scrive Eusebio di Cesarea nel suo Liber Pontificalis nel IV secolo.
Dopo l’editto di Milano del 313 Costantino, su richiesta di papa Silvestro, costruì il primo Martirion cioè la prima basilica martiriale, il cui l’altare fu eretto direttamente sopra la fossa dove erano i resti del primo papa. Questa prima basilica martiriale subì molte trasformazioni nel corso dei secoli e andò completamente distrutta durante il VI secolo a causa problemi statici, ai quali Niccolò V, quando trasferì la sede papale dal Laterano al Vaticano, cercò di porre rimedio consultando anche Leon Battista Alberti, ma invano.
Così nel 1506 Giulio II mise la prima pietra del nuovo tempio dove i geni del rinascimento e del barocco diedero gloria e splendore alla basilica più grande del mondo e ai pontefici che da essa cambiarono molte volte il corso della storia.
Dopo aver visitato la necropoli e la tomba di Pietro la nostra visita proseguirà all’interno della Basilica e tra le opere più importanti avremo modo di ammirare e di parlare de “La Pietà” del giovane Michelangelo, “La Trasfigurazione” di Raffaello, il Baldacchino e la Cattedra del Bernini e le tombe dei papi e dei nobili conservate sino ad oggi.


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