Racconto

L’acquerello senza firma

Francesco Roesler Franz

In occasione della presentazione del libro “Ettore Roesler Franz. Biografia romanzata del pittore di Roma Sparita”, di Francesco Roesler Franz per Intra Moenia, pubblichiamo un breve racconto tratto dal volume.

Dopo un paio di giorni necessari per ambientarsi nella dimora della marchesa, lo zio Pietro portò Ettore sulla terrazza per fargli ammirare il panorama mozzafiato. In mezzo al terrazzo, incorniciata da un ampio pergolato, si ergeva una fontana usata per alleviare la calura estiva. Ettore fu colpito da tanta bellezza e chiese allo zio se avesse potuto dipingere lì. Pietro non aspettava altro, ne fu assai felice e andò a chiamare immediatamente la marchesa, che ordinò a un cameriere di salire il cavalletto dallo studio. Lo zio adorava l’archeologia e i miti del passato, immaginava che il terrazzo fosse stato costruito ispirandosi ai celebri giardini sospesi di Babilonia. Ettore, sotto lo sguardo amorevole della zia, cominciò a dipingere per prima cosa lo straordinario paesaggio. Nei giorni seguenti si occupò di ritrarre nel dipinto la marchesa e gli zii, intenti ad ammirare quella meravigliosa veduta. Dipinse Pietro vicino alla marchesa Pallavicini, mentre più in dietro posizionò Maddalena, vestita come sempre di nero. Tuttavia, in quella occasione volle farsi ritrarre con lo scialle rosso scarlatto, il suo colore preferito, un caro ricordo dell’amato figlio Giuseppe che le aveva portato da Napoli, come dono della nonna, un anno prima di morire.


Lo zio invitava il nipote a prendersi tutto il tempo necessario per completare l’opera. Ogni scusa era valida per rimanere lì, in quel posto incantato nel quale, durante il pomeriggio, dorava ascoltare le sonate al pianoforte della marchesa, in particolare rimaneva affascinato dal Valzer di primavera di Chopin. Ed ecco, giunse il giorno in cui l’opera fu completata. Ettore, come sempre, schivo, timido e insicuro, non l’aveva voluta firmare. Lo zio gli disse: “Ettore sono molto orgoglioso di te, sei un ragazzo fantastico! Pertanto desidero che firmi questo acquerello e permettimi di acquistarlo per farne dono alla marchesa, che così benevolmente ci ha ospitati in questi giorni”. Dopo tante insistenze, il giovane pittore alla fine cedette, ma utilizzò solo le iniziali del nome e di parte del cognome. Per tanto la firma fu E.R. Franz.

Balconata con vista sulla valle – Ettore Roesler Franz

Non si sentiva completamente pronto. Capiva di essere ancora nella fase dello studio e soprattutto, essendo perfezionista, di non essere ancora completamente padrone della tecnica. Lo zio rimase piuttosto dispiaciuto, perché, a suo parere, l’acquerello era dipinto veramente bene. Comunque pensò che se questo rappresentasse un modo per migliorarsi, non avrebbe voluto certamente forzare la mano. Nel quadro, fra l’altro, figurava una caratteristica che Ettore utilizzò in periodi successivi per dipingere scene con dame di alto casato: gli ombrellini.
In questo acquerello compare un ombrello rosso chiuso e appoggiato alla balaustra del terrazzo, probabilmente appartenuto alla marchesa Pallavicini. Maddalena, donna in lutto, non avrebbe certamente scelto questo colore. In altri due quadri, Via del Campanile in Borgo e L’obelisco agli eroi di Dogali, sono raffigurate dame a passeggio per Roma con ombrelli. Lo zio ripetè al nipote che era intenzionato ad acquistare a tutti i costi l’acquerello per donarlo alla Pallavicini, ma Ettore rifiutò e decise di regalarlo a sua zia Maddalena, come segno di affetto nei suoi riguardi. Il giovane pittore era stato felice di avere visto la zia indossare, anche se per poche ore, lo scialle rosso scarlatto.
Terminato l’acquerello, Maddalena non vedeva l’ora di tornare nella villa di Frascati dai figli e chiese a Pietro di partire. Anche Anna aveva bisogno di cambiare aria, aveva già preso contatti con Giulia Lante della Rovere per andare a trovarla nella villa di Bagnaia, vicino Viterbo, e partecipare alle battute di caccia ai cervi nei pressi di Soriano nel Cimino. Pietro, dopo una decina di giorni trascorsi in allegria e consapevole che anche la Pallavicini desiderava ripartire, accolse i desideri della moglie. Così, mentre lui ordinava al cocchiere di preparare i cavalli della carrozza per l’indomani, Maddalena fece preparare i loro bagagli dalla cameriera.

Via del Campanile in Borgo – Ettore Roesler Franz

Il 25 agosto 1868, sul piazzale antistante la villa, la marchesa si accomiatava dagli ospiti e, se in cuor suo era stata felice dell’arrivo del ragazzo perché avrebbe tenuto occupata la zia, ora non vedeva l’ora che se ne andasse. La Pallavicini si era offesa che il giovincello non avesse accettato l’offerta di acquisto dell’acquerello da parte di Pietro per fargliene dono, si era sentita scavalcata nel suo ruolo di prima donna, viziata e corteggiata. Ettore, del resto, dimostrava un carattere deciso, una spiccata generosità e una simpatia per le persone più deboli e indifese, aspetti che si sarebbero mantenuti inalterati in tutti gli anni della sua vita. Ora, pur avendo trascorso una belle vacanza, non vedeva l’ora di tornare dai suoi genitori. Quando la carrozza arrivò alla villa di Frascati, gli zii e la cameriera scesero, mentre lui preferì continuare il viaggio fino a Roma.
Il mattino seguente lo zio scrisse al fratellastro una breve lettera. “Caro Luigi, ti ringrazio per aver permesso a Ettore di stare qui con noi. Gli sono molto affezionato e riconoscente per aver donato un bellissimo acquerello a Maddalena. Mi rammarico che non abbia, per modestia, voluto firmarlo per intero con il suo nome e cognome, anziché usare solo le iniziali. Ti suggerisco pertanto di spronarlo dicendogli che lo stimo molto e che è veramente bravo. Cari saluti, Pietro”.
Dopo qualche giorno la lettera arrivò all’albergo. Luigi si trovava nello studio, la lesse subito e fece convocare subito il suo adorato figliolo artista. Ettore non capiva il motivo per il quale il padre lo avesse chiamato. Appena entrò nella stanza lo vide alzarsi dalla sedia per abbracciarlo. Poi gli bisbigliò: “Zio Pietro mi ha scritto, elogiandomi la tua bontà d’animo e la tua bravura nel dipingere. Mi devi promettere però di non essere schivo e di non aver paura di firmare i tuoi acquerelli con il nome intero della nostra famiglia, io sono orgoglioso di te e ti ammiro”. Ettore in quel momento capì cosa avrebbe dovuto fare in futuro e guardando il padre dichiarò in maniera solenne: “Vi prometto che da oggi seguirò il vostro consiglio. Statene sicuro, vi ringrazio della vostra stima”.

Isola Tiberina sotto la neve – Ettore Roesler Franz

Da allora in poi firmò tutti i suoi quadri contribuendo a far conoscere il cognome Roelser Franz. Quello che era stato profetizzato al momento della nascita da Giovanna la veggente, si stava realizzando poco a poco. Ad essere, però, sinceri non firmò alcuni suoi quadri con il suo nome e cognome per intero: L’isola Tiberina sotto la neve (non firmato), Idillio al Ghetto (firmato E.R.F.), Portico di Ottavia da via di Peschiera (non firmato), Cecilia Metella (non firmato), Vecchio Olivo Tiburtino (firmato E.R.Franz), Il Ponte di Sant’Antonio presso San Vittorino (non firmato), Pineta a Maccarese (non formato), Villa Torlonia e Villa Muti a Frascati (firmato E.R.F.), Nettuno e il Ponte Augusto a Narni (firmato R.F.).

Roma, 18 novembre 2017


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