prima pagina

  1. Racconto

    Čechov e il Teatro d’Arte di Mosca

    di Sebastiano Scavo

    Sebastiano Scavo ha studiato a lungo letteratura e cultura russa, vivendo per lunghi periodi a Mosca e in altre città di quel bellissimo paese che è la Russia. E’ con piacere che pubblichiamo un suo pezzo su Čechov, il suo teatro e il Teatro d’arte di Mosca.
    Potete leggere altro di Sebastiano sul suo blog, qui.

    Imboccando il vicolo Kamergeskij, una delle ultime traverse della Tverskaja prima di

    In primo piano il monumento ad Anton Čechov e, sullo sfondo, la sede storica del Teatro d’Arte di Mosca dedicato allo scrittore.

    arrivare al Cremlino, si nota a destra il monumento ad Anton Čechov, eretto qui nel 1998, anno del centenario della fondazione del Teatro d’Arte di Mosca, la cui sede storica sorge proprio di fronte alla statua del celebre scrittore. Mi sono spesso domandato perché lo scultore Anikuškin abbia raffigurato così Čechov, elegante ma fragile, dalle gambe insicure, che guarda nella direzione del Teatro cui è legato il suo nome, pur senza osservarlo direttamente. Penso che Anikuškin abbia voluto porre l’accento sulla precarietà della salute dello scrittore, e sul suo contraddittorio rapporto con questo Teatro, per il quale scrisse alcune tra le sue pièce più famose.
    continua…

  2. Aspettando Bruce Springsteen

    Se c’è un libro che il popolo di Springsteen attende da anni è quello firmato da un suo specialissimo fan, Alessandro Portelli, il più originale e infaticabile esploratore dell’AmericaLayout 1 e delle sue profonde radici culturali. Slittando dalla musica alla letteratura, dalla storia al presente, Portelli mette la sua nota affabulazione al servizio del cantore dell’America che più ama, quella tutta fondata sul lavoro, un’America in cui la promessa della mobilità sociale e della realizzazione di sé è spesso frustrata e tradita. Attraverso una rilettura dei testi che Portelli sa ancorare saldamente al contesto culturale e storico, il libro guarda al mondo di Springsteen sotto la lente del lavoro: il lavoro che divora le vite dei suoi personaggi (operai, cameriere, addette all’autolavaggio, cassiere, braccianti, disoccupati) e il suo lavoro, quello di musicista e di uomo di spettacolo. Il Bruce Springsteen narrato in questo libro è quello che racconta vite di seconda mano, come le Cadillac usate su cui i suoi protagonisti sfuggono al tedio di una quotidianità ripetitiva e senza sbocchi; che canta la rabbia di chi si ribella e di chi sogna di ribellarsi; che dà voce al senso di tradimento di chi crede che essere nato negli Stati Uniti lo autorizzi ad aspettarsi qualcosa di meglio; che avverte come il fantasma della rivolta torni ad aggirarsi sulle strade di un’America in crisi. Ma lo Springsteen di Portelli è anche quello che narra le sue storie dolorose con un sound travolgente che evoca l’orgoglio di essere, nonostante tutto, ancora vivi. In ultima istanza, non è il contenuto del sogno ciò che conta, e neanche la possibilità che il sogno si realizzi; conta piuttosto la capacità di sognare e la dignità di chi sogna. E il primo a sognare sulle note del Boss è lo stesso Portelli, che pagina dopo pagina ce lo racconta in presa diretta, attraverso le vivide istantanee dei concerti dal vivo, cui accorre da trent’anni da instancabile fan.

    Venerdì 8 aprile 2016 – h.20,00
    da Hespresso. Italian Comfort Food&Bar
    Via Genova, 16, Roma

    Alessandro Portelli, presenta il volume:

    Badlands. Springstees e l’America: il lavoro e i sogni

    Edito dall’editore Donzelli

    Intervengono: Andrea Monda e Paolo Mattei

    Intermezzi musicali: Ukus in Fabula

     

  3. Teatro

    Natale in casa Cupiello

    di Eduardo De Filippo

    “Natale in casa Cupiello” è una commedia in tre atti di Eduardo De Filippo scritta tra il 1931 e il 1934. Nasce come atto unico e come tale debuttò il 25 dicembre del 1931 al Teatro Kursaal di Napoli. Avrebbe dovuto rimanere in cartellone per pochi giorni ed invece ci rimase diversi mesi. Questo spinse Eduardo a scrivere gli altri due atti. Per molti anni la Rai la trasmetteva proprio in occasione del Natale. Ci piace l’idea di fare gli auguri di un sereno Natale e di un ancor più sereno Anno Nuovo ai nostri Soci, agli amici ed anche ai lettori occasionali, con le prime battute del primo atto. Associati ad alcune delle foto ci sono i link per vedere piccoli filmati tratti dalla versione televisiva che lo stesso Eduardo diresse nel 1977.

    CONCETTA
    (col tono monotono di chi sa in anticipo che dovrà chiamare chi sa quante volte prima di essere ascoltata) Lucarie’… Lucarie’… Scétate, so’ ‘e nnove. (Pausa. Luca continua a dormire. Concetta c. s. ma un poco più forte) Lucarie’… Lucarie’… Scétate, so’ ‘e nnove. (Luca ha un grugnito di sotto le coperte gira» ‘ dosi dall’altro lato. Pausa. Concetta c. s., sempre con lo stesso tono) …Lucarie’… Scétate, so’ ‘e nnove. Pigliate ‘o ccafè.

    LUCA
    (senza capire, ancora mezzo addormentato) Ah?… ‘O ccafè? (Mormorando qualche cosa mette fuori prima la testa che ha avvolta completamente in uno scialle di lana, poi siede in mezzo al letto, stende un braccio come per prendere il caffè, ma piano piano lo abbandona, reclina la testa e riprende a dormire. Tutta l’azione è stata eseguita da lui ad occhi chiusi).

    CONCETTA
    (vedendo che si è riaddormentato, riprende calma) … Lucarie’… Lucarie’… Scétate, so’ ‘e nnove. (Piccola pausa). Lucarie’…

    continua…

  4. Il Giardino della Pietra Fiorita al Teatro del Quarticciolo