La realtà irrompe nell’arte. Galleria Nazionale D’Arte Moderna. Una lettura.

Certi musei sono come le città, offrono la possibilità di essere letti su livelli diversi, affrontando molteplici temi.

Castel dell'Ovo a Napoli - Anton Sminck Plitoo - Galleria Nazionale d'Arte Moderna

Castel dell’Ovo a Napoli – Anton Sminck Plitoo – Galleria Nazionale d’Arte Moderna

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna è uno di questi, anche grazie all’ampio arco di tempo coperto che va all’incirca dalla seconda metà dell’Ottocento al presente, è un museo che consente letture che seguono temi e piani diversi, anche non esclusivamente artistici.
La GNAM (acronimo di Galleria Nazionale d’Arte Moderna, con il quale da diversi anni ci di riferisce a questo museo) nasce dopo l’Unità d’Italia quasi come affermazione dell’orgoglio nazionale, se non proprio come bisogno identitario, del giovanissimo stato italiano, orgoglio nazionale e bisogno identitario che, in quel preciso momento storico, passano anche attraverso l’arte e la cultura.
Fu così che Guido Baccelli, Ministro della Pubblica Istruzione, nel 1883 decretò l’istituzione della GNAM, il cui obiettivo iniziale era raccogliere le opere di artisti italiani allora viventi o da poco scomparsi.

La Pazza - Giacomo Balla - Galleria Nazionale d'Arte Moderna

La Pazza – Giacomo Balla – Galleria Nazionale d’Arte Moderna

Il nuovo museo trovò una prima sede all’interno del Palazzo delle Esposizioni, anch’esso costruito proprio nel 1883 da Pio Piacentini e realizzato per accogliere mostre d’arte come la Quadriennale di Roma. La collezione però crebbe rapidamente, tanto che lo spazio a disposizione nel Palazzo delle Esposizioni divenne ben presto insufficiente, rendendo necessaria la realizzazione di una sede apposita. Il nuovo edificio, progettato e costruito da Cesare Bazzani, fu inaugurato nel 1911 in occasione del cinquantenario dell’Unità d’Italia nella zona di Valle Giulia. Dal 1915 in questa sede, la stessa che ancora oggi ospita la GNAM, raccoglierà le collezioni d’arte nazionale organizzate per scuole regionali.
Il grande sviluppo in senso moderno della Galleria si ha però nel 1942, con la direzione di Palma Bucarelli e l’acquisizione del ruolo di Soprintendenza Speciale.

Grande Rosso P.N. 18 - Alberto Burri - Galleria Nazionale d'Arte Moderna

Grande Rosso P.N. 18 – Alberto Burri – Galleria Nazionale d’Arte Moderna

La Bucarelli diviene direttore in un momento molto difficile: tra il 1942 e il 1945 il suo impegno consiste soprattutto nel mettere in salvo le opere dalle distruzioni e dai saccheggi della guerra, e nel riportarle a Roma al termine del conflitto. Subito dopo la Bucarelli avviò il suo progetto di ripensare la Galleria.
Direttore forse poco amato, Palma Bucarelli aveva un’idea molto precisa di cosa avrebbe dovuto essere una Galleria di arte moderna: non un mero contenitore di opere, ma un luogo che deve respirare l’aria che lo circonda, coniugandosi e relazionandosi con il mondo, ma soprattutto deve interagire con la gente, assumendo nel tempo, sempre più, un ruolo didattico.
Via quindi l’organizzazione, impostata sin dalla fondazione della GNAM, delle opere in funzione dell’appartenenza regionale dei singoli artisti, sostituita da una suddivisione basata sulle correnti artistiche e sui temi affrontati, organizzazione che ancora oggi, in buona sostanza, la GNAM mantiene e grazie alla quale può accadere che uno stesso artista, per il semplice mutare della sua arte, dei suoi interessi, delle sue convinzioni e del suo sentire, sia presente in diverse sale e che in questa maniera se ne possa apprezzare l’evoluzione nel tempo. Due esempi tra tutti possono essere l’ampia collezione di opere di Medardo Rosso e di Balla.
Questa organizzazione consente ancora oggi che artisti italiani di formazione simile ma provenienti da realtà regionali e sociali diverse possano trovarsi a dialogare nella medesima sala e che quindi Vincenzo Caprile, un impressionista napoletano della Scuola di Resina, si trovi in confronto diretto con il torinese scapigliato Medardo Rosso.

Il Vecchio (Sciur Faust) - Medardo Rosso - Galleria Nazionale d'Arte Moderna

Il Vecchio (Sciur Faust) – Medardo Rosso – Galleria Nazionale d’Arte Moderna

L’apertura fatta dalla Bucarelli all’acquisto di opere di artisti non solo italiani, permette poi di avere sale in cui le opere degli artisti italiani possono dialogare a breve distanza con i loro contemporanei stranieri, lasciando al visitatore la possibilità di effettuare confronti e analisi, che altrimenti non sarebbero possibili. Così in una sala è possibile che Giacomo Balla stia insieme a Vincent Van Gogh, che Gaetano Previati possa dialogare con Gustav Klimt.
La GNAM offre poi un’occasione quasi unica nel panorama dei musei italiani: quella di seguire con precisione il lento ma inesorabile ingresso della vita quotidiana e soprattutto della società e della gente comune nell’arte.
All’incirca a partire dalla metà dell’Ottocento era infatti diventato impossibile per gli artisti, per motivi diversi che appariranno evidenti nel corso della visita, ignorare la società e i cambiamenti che stanno avvenendo e nei quali sono immersi. Anzi, spesso sono gli artisti stessi ad essere protagonisti di tali cambiamenti (si pensi a Induno, a Palizzi e a tutti quegli artisti che avevano direttamente partecipato alla Repubblica Romana del 1849 e che non potevano non riversare nella loro arte quel che avevano vissuto) o ne sono comunque investiti con una forza troppo violenta e drammatica perché possano ignorarli: è il caso, per esempio,

Le Frecce della Vita - Giacomo Balla - Galleria Nazionale d'Arte Moderna

Le Frecce della Vita – Giacomo Balla – Galleria Nazionale d’Arte Moderna

del Balla pre-futurista che si interessa ai malati di mente e alla maniera per curarli; di Medardo Rosso che si occuperà quasi esclusivamente del proletariato e sottoproletariato milanese; di Angelo Tommasi che affronterà, in una grande tela del 1896, uno dei temi più drammatici dell’Italia da poco unita: quello dell’emigrazione. L’irruzione nell’arte della gente, della questione sociale, della realtà in tutte le sue declinazioni sarà il tema di questa visita alla GNAM che si concentrerà sul passaggio storico-artistico che va dalla seconda metà dell’Ottocento fino a poco oltre la fine della Seconda Guerra Mondiale, con qualche piccola incursione negli anni venti dell’ottocento.


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